Opere in poesia

Copertina FioreEdizioni

Prime edizioni:

Fiore, Frassinelli, Torino 1941;

L’Autunno, Edizioni della Meridiana («Quaderni di poesia»), Nota di Carlo Bo, Milano 1955;

Giovane è il tempo, Einaudi («Collezione di poesia»), Torino 1974;

Poesie, a cura di Cesare Segre, Einaudi Tascabili, Torino 2001;

Poesie per il Sig. E. Montale; seguite da Parole ultime, a cura di Antonio Ria, Nota  dell’editore, Einaudi, Torino 2001;

Poesie (forse) utili, a cura di Antonio Ria, Presentazione di Carlo Ossola, Interlinea («Lyra»), Novara 2002;

Poesie per Giovanni, a cura di Antonio Ria, Presentazione di Giovanni Tesio, Philobiblon  («Salsedine»), Ventimiglia 2007.

Altre edizioni: in Opere, a cura di Cesare Segre, Mondadori («I Meridiani»), Milano 1991, vol. I, pp. 1-201;

Giovane è il tempo, Prefazione di Cesare Segre, Einaudi («Collezione di poesia»), Torino 1992; rist. 1996.

Traduzioni: Jeune est le temps, traduzione e Presentazione di Philippe Giraudon, Orphée/La Différence, Parigi 1994;

L’Autunno/Autumn, traduzione e Nota di Joseph Tusiani, a cura di Antonio Motta, Centro di documentazione Leonardo Sciascia/Archivio del Novecento, San Marco in Lamis 2003.

Premi

Premio Sebeto, Napoli 1974, per Giovane è il tempo.

Copertina autunnoTitolo

 Fiore richiama l’idea di una raccolta poetica, mentre sia L’Autunno che Giovane è il tempo sono i titoli di poesie presenti nelle due raccolte. Poesie per il Sig. E. Montale deriva dal titolo autografo di una busta in cui Lalla Romano aveva conservato alcune poesie fatte visionare da Montale nel 1938/40 a Forte dei Marmi. Poesie (forse) utili fa riferimento a un gruppo di testi scelti dall’autrice e inseriti in una busta con questa dicitura autografa e pubblicati postumi. Analogamente Poesie per Giovanni è il titolo di una busta di liriche che l’autrice aveva messo da parte per inviare all’amico Giovanni Ermiglia.

Argomento

Se Fiore è «una specie di storia d’amore in versi (momenti intensi, anche sensuali, attese solitarie)» – come ha scritto Segre –, ne L’Autunno c’è «il senso di separazione come presentimento della morte» e «il paesaggio interiorizzato trova sintonia più esplicita col ciclo delle stagioni».

Nelle liriche di Giovane è il tempo, sistemazione stilistica definitive data dall’autrice alle poesie precedenti, con altre nuove, prevale l’inverno, come periodo e come clima, che non allude a paesaggi reali, per quanto interiorizzati, ma a «simboli apocalittici» (è sempre Segre a scriverlo nella Prefazione a Poesie).

Nelle Poesie per il Sig. E. Montale viene pubblicata la prima scrittura autografa di 18 liriche, in cui è ancora presente qualche incertezza, sottoposta al Maestro, e risolta poi nella pubblicazione di Fiore.

Poesie (forse) utili presenta per lo più inediti, di cui si riproducono manoscritti e dattiloscritti per evidenziarne il lavoro di «lima»; contiene anche disegni inediti.

Poesie per Giovanni, infine, è diviso in due parti: in una si trovano i manoscritti delle poesie inviate a Giovanni e di cui l’autrice conservava copia; nell’altra quelli in possesso dell’amico e consegnati al curatore. Riproduce alcuni disegni inediti.

Copertina Giovane è il tempoIncipit

Sul declino d’inverno
hanno le rame spoglie ancor le piante
e già, dolci, negli orti
s’odono degli uccelli i flauti acerbi

(da Giovane è il tempo, p. 5)

Antologia della critica 

Perché la poesia italiana, oggi, non è popolare in Italia? […]

Pensavo a questo aprendo un volume di poesie apparso or ora: Fiore, di Lalla Romano (Torino, ed. Frassinelli): con lieta sorpresa, come all’esempio di un’arte schietta, che si accorda con un dono nativo di sensibilità: e lo salva, lo fa vibrare intatto, nella sua nota giusta, lucida precisa. […]

Per quel che so, la signora Romano è più nota, finora, nel campo di un’altra arte; ma il Fiore che ella ci reca con una fierezza tanto serena è schiuso nel gran sole della poesia.

 

Ferdinando Neri

«La Stampa», 18 giugno 1941

 

 

In queste poesie di Giovane è il tempo, il presente onirico è quello che tiene unita l’intera raccolta in un tempo unico, quasi un sottofondo musicale dagli accordi pacati e profondi.

 

Natalia Ginzburg

«Il Corriere della Sera», 9 giugno 1974

 

 

Copertina Poesie per il sig. MontaleFiore è quasi una storia d’amore in versi; o almeno, registra i momenti sereni e quelli intensi, anche sensuali […], le attese solitarie, la paura della morte come separazione; esprime, anche, un surplus di passionalità che potrebbe dirsi solo con grida. […]

Verrà infatti, quattordici anni dopo, L’Autunno, con un suo linguaggio molto più unitario e, riflesso anche nella brevità, un discorso compatto che fa convergere il ciclo delle stagioni verso un autunno che è anche distacco, esaurimento di esperienza. […]

Il volumetto [Giovane è il tempo] premia il controllo critico con il massimo risultato poetico. Il controllo si esercita, oltre che nella revisione formale, nell’ordinamento e nella scelta. L’ordinamento asseconda le fasi di quella che è stata una vicenda ormai fatta memoria: la natura; poi l’amore come scoperta dei sensi; poi le vicissitudini dell’amore, il distacco, la fine e il pensiero della morte; torna la natura nel quarto tempo, quasi riscoperta dopo tanti turbamenti; infine riflessioni e illuminazioni sul senso della vita, sul destino comune.

 

Cesare Segre

Introduzione a L. Romano, Opere, Mondadori «I Meridiani», Milano 1991, vol. I, pp. XIV-XVI

 

 

Sono stagioni, momenti, partenze, ritorni, lontananze immerse in un preciso sentimento del tempo che ingloba principio e fine entro una stretta maglia di parole scabramente ritmate con grazia arcaica, mai vezzeggiativa, tendenzialmente epigrafica.

 

Giovanni Tesio

«Notiziario bibliografico» di «Studi Piemontesi», XXII (1993), fasc. 2, p. 496

 

 

Copertina Poesie segrGiovane è il tempo costituisce un approdo definitivo. […] il controllo critico è premiato dal massimo risultato poetico. […]

Il riflettersi del soggetto nell’oggetto ha uno strumento sintattico nella comparazione. Presente in Fiore («Come la luna rossa e procellosa…») e in L’Autunno («Come rigano l’aria le rondini…»), diventa modulo abitudinario in Giovane è il tempo, dove tutta la luce è diretta sul comparante, spesso in posizione incipitaria, mentre resta ai margini il comparato. […]

È straordinario che una storia poetica partita dall’effusione d’un sentimento in luoghi e tempi ben determinati, una storia documentata da Fiore e da L’Autunno, ma riepilogata e persino sviluppata in Giovane è il tempo, si spinga in quest’ultimo volumetto a una risoluta riflessione di dimensioni escatologiche.

 

Cesare Segre

Prefazione a L. Romano, Poesie, Einaudi Tascabili, Torino 2001, pp. X-XIII

 

 

Il «(forse)» del titolo [di Poesie (forse) utili] – l’esitazione che è margine di scrittoio e memento vigile di coscienza critica – rinvia al lavoro, l’altro, del tempo e della lima, che verranno; un prendere distanza, mentre «declina, e fu sereno», attendendo trasparenza. […]


 Questo è stato il lucido saggiare il varco, il «passaggio all’Aldilà», che Lalla Romano ha sempre tenacemente cercato, nel verso e nella prosa, perché nulla rimanesse d’indefinito […]. Dall’inizio di queste poesie all’ultima maturità dei ritratti in punta di memoria, sarà da leggere l’affilata nettezza del suo scrivere, quell’erigersi – «quasi fatale e anche consolatoria» – dell’immagine sottratta al mutare del vivente.

Carlo Ossola

Presentazione a L. Romano, Poesie per Giovanni, Philobiblon Edizioni, Ventimiglia 2002, p. 11

 

 

Copertina Poesie per GiovanniPoesia che testimonia ciò che immobilmente perdura. Poesia che mira all’invisibile di ciò che sembra. Poesia che guarda – attraverso le cose – al segreto e all’enigma che dietro le cose si cela. Perché è proprio questo il punto: cogliere nelle cose e con le cose la loro natura di segni di altro, di geroglifici da dipanare, di avvisi da decifrare. Non aloni e riverberi, ma ferma trasparenza.

 

Giovanni Tesio

Presentazione a L. Romano, Poesie per Giovanni, Philobiblon Edizioni, Ventimiglia 2002, p.11